Singoli, associazioni, gruppi, collettivi, siamo tutti invitati a partecipare alla raccolta fondi
sul sito https://www.produzionidalbasso.com/project/1degmaggio-autorganizzato-a-stazione-utopia/
per una giornata di musica, incontri, cucina, arte e sperimentazione.
Clicca sul link e poi segui le istruzioni della piattaforma “produzionidalbasso”
per sostenere il progetto.
MAI PIU’ SPAZI ABBANDONATI
Questo è il principio da cui parte nel 2013 l’iniziativa del collettivo utopia nell’area ex-circumvesuviana a marigliano, per il recupero e la gestione popolare degli spazi pubblici.
Da quell’esperienza nasce l’idea “staZIONe UtOpiA”: recuperare tutta l’area, stabile in disuso compreso, e avviare la costruzione di un centro di produzione culturale indipendente, a disposizione di tutte le realtà territoriali che operano, nonostante tutto e a proprie spese, per l’arte, la cultura, l’ambiente, la libertà, e che da sempre lamentano la mancanza di luoghi pubblici utili allo svolgimento delle proprie attività nel campo delle politiche sociali e culturali, sulle quali, spesso, le amministrazioni locali arrancano.
Tra le tantissime iniziative (concerti, proiezioni, incontri, teatro) realizzate in questi anni spicca nel 2016, “OCCHIO ALL’INGRANAGGIO”, la festa del 1° maggio per la prima volta a staZIONe UtOpiA: in quell’occasione, il collettivo utopia raduna artisti, associazioni, contadini, musicisti, fotografi e cuochi indipendenti che danno vita, per l’intera giornata fino al concerto serale, a un evento di scambio culturale di grande intensità.
Tutti coinvolti nella creazione di nuovi, e sempre necessari, spazi di incontro, espressione, di scambio, creazione: per la seconda edizione del 1° maggio a staZIONe UtOpiA, il collettivo utopia invita chiunque volesse collaborare alla stesura del programma, a partecipare agli incontri dedicati, previsti nelle prossime settimane, scegliendo autonomamente la tipologia di intervento e le modalità per realizzarlo.
IL TEMA DEL 1° MAGGIO 2017
Il mercato, dominato dalle multinazionali, basato sul commercio globale, impone di vendere sempre più degli altri, qualunque sia la merce. Da anni si denuncia il peggioramento della qualità dei prodotti e delle condizioni di vita e di lavoro di chi li produce. Contano solo i costi di produzione e nella smania folle di tenerli bassi, sempre più bassi, vengono considerati ostacoli il rispetto dell’ambiente, della sicurezza sul lavoro, i diritti dei lavoratori, i salari, il diritto alla salute, la pace.
Il capitalismo crea ovunque devastazione e disuguaglianze: mentre tre miliardi e mezzo di persone al mondo vivono con meno di 2,5 dollari al giorno e la maggior parte della popolazione del pianeta, negli ultimi anni, si è impoverita, c’è chi si è arricchito tantissimo. E, con la scusa della crisi, a pagare sono ancora i lavoratori e i più deboli: si sono introdotti contratti di lavoro che creano solo ulteriore manodopera precaria, ricattabile e sottopagata, come ricattati sono quelli che, pur mantenendo qualche briciola di diritto, temono che gli venga tolta.
E lo sfruttamento è servito. Il ricatto consiste nel costringere gli individui alla povertà, alla marginalità sociale, al disagio economico e sociale (tagli ai salari, alla sanità, all’istruzione) e, di conseguenza, si estorce la disponibilità ad accettare lavori sottopagati, con una corsa al ribasso che spinge al conflitto tra lavoratori sfruttati: giovani e vecchi, precari e stabili, autonomi e dipendenti, immigrati e autoctoni. Questi sono i risultati dell’ economia globalizzata prodotta dal capitale finanziario.
Tutto questo è inaccettabile e urge un radicale ripensamento del concetto di lavoro e di lavoratore: in tutto il mondo, si stanno avviando percorsi di vita e di lotta che mirano all’emancipazione dallo sfruttamento, attraverso l’autodeterminazione e l’autoproduzione di beni e servizi, nel rispetto delle persone, dell’ambiente e della salute; fuori, per scelta politica, dalle logiche del profitto, imposte spesso per legge dagli stessi stati nazionali, molti stanno sperimentando innovative forme di lavoro e di autofinanziamento volte a garantire autonomia e convivenza pacifica, nella convinzione che un altro modo sia necessario e un altro mondo sia ancora -e sempre!- possibile.
staZIONe UtOpiA continua! SIAMO TUTTI COINVOLTI
Il collettivo utopia
L’associazione di promozione sociale è attiva da circa quindici anni sul territorio napoletano, con progetti che abbracciano temi come l’arte, la cultura, la socialità, il commercio equo, il rispetto delle persone e dell’ambiente.
“Siamo sognatori e sognatrici. Lottiamo per una società libertaria e senza sfruttamento.Crediamo nei rapporti umani diretti e paritari.Organizziamo le nostre attività attraverso discussioni assembleari. Prendiamo decisioni all’unanimità. Siamo per l’autogestione e l’eguaglianza sociale, per un mondo senza confini e gerarchie.”