Appello: Il Gridas Non Si Tocca

COMUNICATO STAMPA
Napoli 16 dicembre 2025
GRIDAS a Scampia a rischio di Sgombero

L’Appello sostenuto dalle associazioni e dal mondo della cultura: salviamo la casa del Carnevale di Scampia

L’associazione culturale Gridas – Gruppo risveglio dal sonno, di Scampia lancia un appello per evitare lo sgombero dallo storico centro sociale di Scampia di Via Monterosa.
A seguito di una sentenza della Corte d’Appello per occupazione senza titolo, in favore dell’Acer (ex Istituto Autonomo Case Popolari, ente afferente alla Regione Campania), presunto proprietario del bene, il Gridas rischia di essere cacciato via dopo quasi 45 anni di attivismo, volontariato, iniziative culturali e di solidarietà, arte murale, carnevali sociali al servizio degli ultimi della periferia nord di Napoli e non solo. Il Gridas ha sempre agito per il bene del territorio senza ricevere alcun finanziamento nè pubblico nè privato, e si è
sempre attivato gratuitamente.
Il bene fu costruito tra gli anni 60 e 70 per essere destinato ad attività di centro sociale. Il
Girdas, sottraendolo all’incuria e all’abbandono, lo ha mantenuto nella sua destinazione d’uso, tenendo aperte le sue porte al quartiere, pagandone le utenze e cercando soluzioni per regolarizzare la sua presenza nello spazio.
Già nel 2013 il Gridas vinse un processo penale con piena assoluzione per la sua opera gratuita al servizio della collettività.
A 2 mesi esatti dalla 44 edizione del Carnevale Sociale di Scampia che parte proprio dal centro sociale, a cui partecipano persone, bande musicali ed associazioni da tutta Italia, il
Gridas lancia un appello per far sentire la propria voce e farla giungere al Presidente della Regione Campania Fico, al Sindaco di Napoli Manfredi e al Dirigente dell’Acer Lebro, affinché consentano al Gridas di continuare la propria opera culturale, sociale e artistica di riscatto e risveglio della periferia di Napoli, come sempre gratuitamente e per il bene del prossimo.
Tra i primi firmatari: Desirée Klain, Marisa Laurito, Maurizio de Giovanni, Roberto Saviano, Daniele Sanzone, Maurizio Capone, Carmine D’Aniello ‘o Rom, Patrizio Rispo, Massimo Mollo, Marzia Del Giudice, Trisha, Roberto Colella, Giuseppe Giulietti.

Di seguito l’Appello pubblicato sulla piattaforma Change, al link
https://www.change.org/p/gridas-a-scampia-a-rischio-di-sgombero

La Corte d’Appello ha respinto il ricorso del GRIDAS contro la condanna per “occupazione senza titolo”.
Tradotto: chi ha restituito vita a un luogo abbandonato viene trattato come un problema.
Chi ha prodotto cultura, relazione, cura, viene chiamato abusivo.
Lo storico centro sociale di Scampia è oggi a rischio sgombero.
Noi diciamo che non è una questione tecnica.
È una scelta politica.
Ci rivolgiamo al mondo della cultura, dell’arte e dello spettacolo.
Non come ornamento, ma come responsabilità.
A chi crea immaginari,
a chi dà voce ai territori che non hanno palco,
a chi sa che senza spazi liberi non esiste cultura
ma solo consumo, vetrina, evento a tempo.
Chiediamo una presa di parola pubblica a sostegno del GRIDAS.
Difendere il GRIDAS significa difendere il diritto alla cultura come bene comune, la memoria viva dei territori, la possibilità concreta di trasformare l’abbandono in futuro, e la casa del Carnevale di Scampia.
Chiediamo al Presidente della Regione Campania Roberto Fico e al Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi di assumersi una responsabilità politica immediata e di fermare questa sentenza mostro, che colpisce non solo un luogo, ma un’idea di città, di partecipazione, di
cultura come bene comune.
Perché qui non è sotto attacco solo un luogo, ma un’idea di città fondata sulla
partecipazione, sull’autogestione, sulla cultura come diritto e non come concessione.
Perché il GRIDAS non è un edificio. È una pratica viva. È memoria collettiva, conflitto,
possibilità.
Le pareti del centro sociale sono impreziosite dai murales di Felice Pignataro, figura centrale della cultura popolare napoletana e riferimento nazionale per l’arte pubblica e l’impegno educativo nei territori.
A Felice è dedicata, con una proposta partita dal basso, la stazione “FELImetrò” della Linea 1 della metropolitana di Napoli (fermata Piscinola) e la sua opera è riconosciuta ufficialmente come bene comune immateriale della città di Napoli da una delibera comunale del febbraio 2018.
La sua arte murale, arte per il popolo, è conosciuta e apprezzata da tempo anche all’estero.
Invitiamo artiste e artisti, attrici e attori, musiciste e musicisti, scrittrici e scrittori,
registe e registi, operatrici e operatori culturali, attiviste e attivisti, cittadine e cittadini a:
– firmare questo appello
– realizzare brevi video di solidarietà al GRIDAS
– prendere parola pubblicamente, chiedendo il blocco della sentenza e una chiara assunzione di responsabilità politica da parte della Regione Campania e del Comune di
Napoli.
Non servono discorsi lunghi. Non servono comunicati prudenti.
Bastano pochi secondi. Basta una domanda:
“Cos’è per te il GRIDAS?”
Perché oggi non basta schierarsi. Bisogna esporsi. Metterci la voce. Metterci il corpo.
Metterci la memoria.
Raccontare cos’è stato. Raccontare cos’è. Rivendicare cosa può ancora essere.
E oggi il silenzio non è neutralità. È complicità.
Il GRIDAS non si tocca.
Il GRIDAS è della città di Napoli.
Giù le mani dagli spazi sociali.
#IlGridasNonSiTocca

CONTATTI
gridas@felicepignataro.org
Cell. 3389441807

Approfondimenti:
https://www.felicepignataro.org/il-gridas-non-si-tocca/

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GRIDAS – Gruppo risveglio dal sonno
Casa delle Culture “Nuvola Rossa”
Via Monte Rosa 90/b, Ina Casa, Scampia, Napoli
web: http://www.felicepignataro.org/gridas
email: gridas@felicepignataro.org

Per iscriversi/disiscriversi alla newsletter del GRIDAS:
https://www.felicepignataro.org/newsletter/

IL GRIDAS NON SI TOCCA! SOSTIENI IL GRIDAS!
http://www.felicepignataro.org/il-gridas-non-si-tocca

“Abusivo non è chi restituisce all’uso dei cittadini una struttura abbandonata da anni e ritenuta pericolosa per l’incolumità degli stessi, ma piuttosto il potere che per anni espropria i cittadini, per incuria, delle strutture che potrebbero migliorarne la vita”.
(cit. Felice Pignataro, lettera allo I.A.C.P. del 16 marzo 1994)

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iL GRidAs NOn si TocCA!

“Abusivo non è chi restituisce all’uso dei cittadini una struttura abbandonata da anni e ritenuta pericolosa per l’incolumità degli stessi, ma piuttosto il potere che per incuria espropria i cittadini delle strutture che potrebbero migliorarne la vita.”

Felice Pignataro, 1994, lettera allo IACP rimasta senza risposta.

Con l’assemblea di venerdì 12 dicembre, in cui abbiamo ricevuto sostegno e solidarietà, rilanciamo la mobilitazione in difesa del centro sociale sede del GRIDAS a rischio di SGOMBERO.

Non si cancellano 45 anni di attivismo, di solidarietà, di rigenerazione urbana, di carnevali sociali, di arte e cultura al servizio della collettività.

GIÙ LE MANI DAGLI SPAZI SOCIALI!!
IL GRIDAS NON SI TOCCA!! 

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GRIDAS GRIDAS GRIDAS GRIDAS GRIDAS

il 15 maggio 2022, dalla piazza di Scampia, radioplazA trasmette a sostegno del Gridas, in occasione dell’incontro intergalaktico di Genuino Clandestino. 

E’ possibile riascoltare qui la puntata
https://collettivoutopia.noblogs.org/2022/05/17/radioplaza-intergalaktica-genuino-clandestino-in-campania/

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Lettera aperta in risposta alle dichiarazioni della CoPER e dei vertici degli EPR in merito alla crisi umanitaria a Gaza

Il Coordinamento EPR4Palestine prende atto della scelta della Consulta dei Presidenti degli EPR (COPER) sulla situazione nella Striscia di Gaza.

La COPER riconosce gli elementi caratteristici del genocidio nella condotta di Israele nei confronti del popolo palestinese, ma non giunge all’adozione delle misure necessarie e legittime, in casi come questo, per rispondere a violazioni così gravi del diritto internazionale.

I vertici degli EPR confermano “il fermo impegno del mondo della ricerca scientifica per la
pace” nonché “il ruolo della comunità scientifica impegnata non solo nell’avanzamento della conoscenza, ma anche nella tutela dei diritti fondamentali”. Ciò nonostante, gli stessi vertici decidono di mantenere rapporti con istituzioni che sono direttamente o indirettamente coinvolte in gravi violazioni dei diritti umani e nel crimine di genocidio contro un intero popolo, trasformando il concetto di scienza di pace in una locuzione vuota e priva di significato.

In occasione dell’uso illegittimo della forza nei confronti dell’Ucraina la governance della
comunità scientifica italiana ed europea, ivi inclusi gli EPR, aveva concordemente deciso di sospendere tutte le collaborazioni scientifiche con la Russia. La stessa ferma posizione
dovrebbe essere adottata per le collaborazioni scientifiche con Israele, in considerazione
della illegittimità dell’uso della forza e della violazione dei diritti fondamentali nei confronti della popolazione palestinese, già vittima di apartheid e occupazione illegale.
Ritenere che il sistema accademico e scientifico israeliano non svolga alcun ruolo
nell’offensiva contro i palestinesi e nell’occupazione illegittima di Gaza e Cisgiordania
contrasta con troppe evidenze. In un paese democratico, il mondo della ricerca e della
cultura dovrebbe essere sempre in prima linea per la difesa dei valori fondanti della società internazionale, come la pace e i diritti umani, che almeno a partire dalla Carta delle Nazioni Unite in poi sono stati condivisi e sanciti proprio per reagire agli orrori della Seconda Guerra mondiale.

EPR4Palestine ribadisce, pertanto, le proprie richieste, già formulate in varie sedi e
sottoscritte da migliaia di lavoratrici e lavoratori della ricerca:
● sospensione di ogni collaborazione scientifica con enti, università e aziende
israeliane;
● esclusione di tali soggetti da nuovi bandi e progetti;
● pubblicazione trasparente delle collaborazioni scientifiche in corso;
● sostegno concreto a ricercatrici e ricercatori palestinesi.
Riteniamo che il rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani, così come dei valori
fondamentali della nostra Costituzione, sia un dovere istituzionale, civile e giuridico per tutti coloro che lavorano nell’ambito della ricerca pubblica. Molti atenei italiani e altri enti di ricerca europei, come il CSIC in Spagna, hanno già sospeso le proprie collaborazioni, in
corso o future. L’immobilismo degli EPR italiani è quindi una scelta, non una necessità.
Rivendichiamo, in ogni caso, il diritto del personale della ricerca di astenersi, senza dover
temere alcuna conseguenza personale o professionale, da progetti che comportino ricadute
belliche o favoriscano la violazione dei diritti umani.

Ci appelliamo infine a tutta la comunità scientifica italiana perché:

● si faccia parte diligente presso gli organi competenti a livello nazionale ed europeo
per sostenere la sospensione dell’accordo di associazione UE-Israele, nella parte
relativa alla cooperazione scientifica e accademica, nonché l’esclusione di Israele dal
programma Horizon Europe;
● si adoperi in vista di un reale coinvolgimento della comunità scientifica e accademica
palestinese per la definizione di programmi di ricostruzione e progetti di ricerca, sulla
base di adeguati finanziamenti;
● esiga dai propri vertici una costante trasparenza sulle collaborazioni scientifiche con
paesi terzi laddove esistano rischi di violazione dei diritti umani.
Non è più tempo di dichiarazioni evasive. Restare neutrali di fronte a un genocidio significa
abdicare alla funzione stessa della ricerca pubblica, che coincide con la difesa della libertà,
della giustizia e del pensiero critico. Sostenere i diritti del popolo palestinese – inclusa la
ricostruzione di scuola, università e ricerca – significa oggi difendere il diritto di tutti a un
mondo fondato sul rispetto dei valori fondamentali e sul diritto, non sulla forza.
Il coordinamento EPR4Palestine

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