“L’unica modifica non-ontologica, per così dire, concessa dal governo alle nostre vite consiste dunque nella possibilità di gestire la modulazione di questi eventi senza che abbiano conseguenze effettive e comuni: votare ogni tot tempo per il cittadino, formare una coppia per gli individui etero od omosessuali, andare ad una manifestazione-passeggiata per un attivista, comperare qualche oggetto al mercatino equo e solidale per i più indaffarati che però hanno una “coscienza”, esporre la propria opera ipercritica alla galleria d’arte trendy-alternativa. Al limite scrivere o rappresentare qualcosa di forte, di trasgressivo, qualcosa di così immaginario da perdersi nella biblioteca borgesiana dei desideri scomparsi. E poi, nell’interfaccia, magari opprimere il proprio partner, escludere l’immigrato, abbandonare i compagn* inguaiati con la legge,deridere le minoranze sessuali, consumare e riprodurre immagini codificate nella forma-merce, riterritorializzarsi nel format famigliare, continuare a rappresentarsi politicamente pur consapevoli della morte di ogni forma di rappresentanza, vendere divertimento nel centro sociale collaborando alla “gentrificazione” dell’ultimo quartiere popolare…”
Per un’educazione sentimentale senza anestesia
DOMENICA 24 NOVEMBRE
dalle 18.00
con i nostri A/mici, quelli della sacra fondazione, e quelli di quando siamo rigermogliati, in una diretta improvvisata, istintiva, istintuale, carnale. raccontiamo come i legami liberano, quando il filo che li intreccia e’ l’autenticità e la musica roots, originale.
“Quando i compagni non rispondono , chiama gli Amic” disse il saggio in bicicletta, noi li abbiamo chiamati e loro hanno risposto, e solo grazie ad un effettiva solidarietà, stiamo affrontando il pagamento della cartella esattoriale.
Liberiamo le relazioni dall’ipocrisia della loro mercificazione!
Una diretta su racconti di fratellanza, sorellanza e solidarieta’, in barba ai vuoti paroloni che abitano media e tabelloni, contro l’autoritarismo movimentista strisciante, diamo storia al negativo,
we play fine ,Stay tunNed
Liberiamo le relazioni dall’ipocrisia della loro mercificazione!
Una diretta su racconti di fratellanza, sorellanza e solidarieta’, in barba ai vuoti paroloni che abitano media e tabelloni, contro l’autoritarismo movimentista strisciante, diamo storia al negativo,
we play fine ,Stay tunNed
“È in quel momento che qualcosa accade: «Molte volte la nostra vita tocca profondamente quella di un’altra entità andando a creare un rapporto, e non perché siamo uguali ma perché abbiamo trovato nell’altro un filo che unendosi ad uno nostro possa rafforzarsi in un terzo filo, e così fare a meno di altri che magari ci depotenziavano. È abbandonare la fila per mettersi in cerchio, confrontarsi, autonarrarsi, è non pensare all’altro come strumento ma come gradiente di intensità, è capire insieme come ci stanno assoggettando, è decostruire gli apparati di possesso con pratiche differenziate, costruire una nuova “educazione sentimentale” basata sul con-tatto e sulla presenza».
La verità non ha bisogno, per affermarsi, di essere invitata al desco del pensiero o sul marciapiede della rivolta: c’è, non c’è più, c’è già stata, non c’è ancora…”